Le Farchie sono fasci di canne alti più di 10 metri e con una circonferenza di circa un metro che, incendiate nello spiazzo della chiesetta rurale dedicata a Sant’Antonio, danno vita a uno spettacolare falò in onore del santo.
La festa del 16 è preceduta da alcuni giorni di preparativi: in ognuna delle 12 contrade di Fara gli uomini escono in gran segreto e a gruppi (come i 12 apostoli) alla ricerca delle canne e dei salici per legarle, che devono essere di provenienza furtiva.
Mentre si procede alla costruzione delle farchie si beve vino, si mangiano crispelle (dolci fritti) e salsicce preparate dalle donne e si canta. Di notte resta sempre qualcuno di guardia perché gente delle altre contrade può arrivare a sciogliere le legature e fare dispetti.
Il giorno 16, verso le 13.30, le farchie sono portate davanti alla chiesa di Sant’Antonio dove, all’imbrunire, sono incendiate con l’aiuto di petardi inseriti fra le canne. Mentre il fuoco consuma le farchie, la gente sullo spiazzo canta e balla in onore del santo, beve vino e mangia salsicce e dolciumi.
La mattina seguente il parroco benedice i pani di Sant’Antonio (rosette preparate il giorno 16), le ceneri e i tizzoni delle farchie. I panini saranno mangiati per devozione dai fedeli che ne daranno un boccone anche agli animali di casa per preservarli dalle malattie.
Le ceneri saranno sparse nelle stalle, usate per segnare gli animali e conservate per proteggere i raccolti dalle intemperie. L’incendio delle farchie ricorda anche il miracoloso salvataggio del paese ad opera di Sant’Antonio, che mise in fuga gli invasori francesi trasformando in gigantesche torce le querce di un boschetto.
Per saperne di più
Sul sito del Comune di Fara Filiorum Petri trovi una gallery; dal quale è tratta la foto che vedi in questa pagina, e un libro da leggere online gratis: vai al libro sulle Farchie